Dylan

Chronicles Volume 1: la prima parte di una trilogia mai completata che racconta degli esordi di Bob Dylan, oggi premio Nobel per la Letteratura per i testi delle sue canzoni, e dei falsi miti creati su di lui negli anni 60 da una generazione in ricerca disperata di bandiere ideologiche. Chissà se un giorno Bob Dylan deciderà di pubblicare le parti restanti, quelle della sua vita più recente, ma di sicuro quello raccontato in questo libro molto fruibile è la parte più romantica della sua carriera. Dall’arrivo al Greenich Village con le primissime esibizioni nei locali folk fino alla conversione elettrica che lo consacra STAR della musica ma che lo trasforma improvvisamente in qualcos’altro agli occhi dei fan.

Il concerto non sarà roba per nostalgici, a 82 anni Dylan non propone nemmeno un pezzo di quelli assunti e venerati dal popolo a simbolo di una generazione e a baluardo di vsalori oramai apparentemente scomparsi. Del resto Dylan stesso chiede a chi lo intervista: cosa volete che vi dica… che volete da me? Alla gente che andava a manifestare sotto casa sua mandava a dire di essere solo un cantante. Di sicuro Dylan non è al servizio del pubblico e della gente, un simbolo suo malgrado e la lettura di questo libro stupendo, spaccato di un epoca che sembra preistorica nonostante i ricorsi della storia ci da un immagine di Dylan cruda e disillusa già all’epoca in cui si svolgevano i fatti.

E oggi? Che artista è Bob Dylan? Probabilmente sempre lo stesso che dividerà ferocemente il pubblico pur senza alzarsi quasi mai dallo sgabello, lo stesso provocatore che snobba il Nobel e che suona sempre più un blues più duro e sanguigno e meno accattivante, un artista dalla voce sempre più roca e dissonante che non piacerà mica a tutti. La massa attratta solo dal grande nome si annoierà. Ma sarà uno dei concerti più importanti ospitati dal Santa Giuliana, un evento da non perdere, una delle ultime occasioni di vedere l’artista più significativo dell’epoca moderna.

Il tour che fa tappa anche a Umbria Jazz 50 prevede tutto l’album del 2020 Rough and Rowdy Ways, e alcuni brani di Murder Most Foul.

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