Prima anticipazione di UJ 2019:
I King Crimson celebreranno nel 2019 il 50° anniversario del gruppo e quale modo migliore, per la leggendaria band capitanata da Robert Fripp, se non un tour mondiale che li vedrà toccare tre continenti e calcare i palchi dei maggiori festival ed arene estive.
A Perugia a Umbria Jazz 2019 il 18 luglio all’Arena Santa Giuliana. A breve le info sulle prevendite.
Da quando, nel 2014, la band è tornata ad esibirsi dal vivo, con show acclamati dalla critica che hanno fatto registrare il sold out in tutto il mondo inclusi 2 incredibili concerti nell’Anfiteatro degli Scavi di Pompei, già casa dei Pink Floyd, il pubblico è stato reinventato, tanto quanto la band stessa:
“A Pompei, una grande percentuale del pubblico era composta da giovani coppie; i King Crimson sono entrati nel mainstream in Italia. Ho camminato sul palco sapendo che la posizione di questa band nel mondo aveva cambiato livello.” Robert Fripp
Con il cinquantesimo anniversario, pare che un pubblico più ampio sia finalmente pronto ad accogliere i King Crimson. Un processo che è cominciato quando Kanye West ha usato un sample di “21st Century Schizoid Man” per la sua hit “Power” del 2010 e adesso vede la loro canzone “Starless” come colonna sonora delle scene di apertura nel nuovo film del 2018 di Nicholas Cage, “Mandy”.
I concerti di tre ore serrate della band includono materiale proveniente da dodici dei loro tredici album in studio, tra cui molte canzoni dal loro capolavoro del 1969, “In The Court Of The Crimson King”. La nuova line-up di otto membri suona molti pezzi storici che i Crimson non hanno mai suonato dal vivo, così come nuovi arrangiamenti di classici dei Crimson.
“la musica è nuova, in qualunque momento sia stata scritta.”
Ci sono anche nuovi bani strumentali e nuove canzoni, così come le composizioni dei tre batteristi, Pat Mastelotto, Gavin Harrison e Jeremy Stacey, uno dei momenti salienti dei concerti. Uno show unico, dove otto dei migliori musicisti del mondo suonano musica senza distrazioni od ornamenti. Con Robert Fripp, il Re Cremisi, Jakko Jakszyk, Tony Levin, Mel Collins e Bill Rieflin.
KING CRIMSON
Con i King Crimson siamo nei quartieri alti della storia del rock. Termine, per altro, che nel loro caso risulta estremamente riduttivo perché poche band come quella del Re Cremisi hanno dilatato, a partire già dalle origini, i propri confini. La band inglese ha spostato sempre più in avanti i paletti del “Progressive” degli anni settanta con mente curiosa e “disciplina”, evitando di restare prigioniera di uno stereotipo, per quanto suggestivo.
Sempre di più, con il trascorrere del tempo e con l’evoluzione del loro percorso artistico, i King Crimson hanno esplorato, assimilato, riscritto, fatto propri i più diversi generi: jazz, avanguardia, musica classica, elettronica, folk, New wave. Tutto e tutto insieme, incluse una ossessiva ricerca sonora ed una maniacale perfezione, ma sempre con la personalità unica del marchio KC, in un eterno divenire che però non tradisce mai la propria identità. Cinque decenni di musica, molte formazioni, più o meno lunghe pause, puntuali ritorni. Sempre diversi, sempre coerenti con l’idea di musica che Robert Fripp aveva svelato, già compiuta nella sua perfetta armonia, nel disco di esordio, In the Court of the Crimson King, che uscì quasi 50 anni fa, nell’autunno del 1969.
Oggi King Crimson è un pezzo importante della storia del migliore rock d’autore e nello stesso tempo una non ancora appagata voglia di innovazione.
King Crimson hanno fatto la storia del progressive e del rock , durante il corso della loro carriera hanno influenzato ed ispirato molti artisti contemporanei dai diversi generi musicali. La formazione si è continuamente modificata e, negli oltre quarant’anni di attività del gruppo, si sono avvicendati al suo interno ben diciotto musicisti, più due parolieri.
—————————————-
Insomma io, che li ho potuti vedere più volte nel periodo del loro massimo fulgore artistico, sono contento che band di tale spessore siano ancora al centro delle attenzioni del pubblico mondiale.
Ricordo in particolare il concerto al Palasport (1973), quando mi trovavo appoggiato al palco col naso ad un paio di metri dalle pedaliere del mitico Fripp che dominava dall’alto con la sua iconica Les Paul nera, che ancora appare nei suoi concerti.
C’era il compianto John Wetton, alla voce e al basso elettrico, fondamentale nell’economia del gruppo. Insieme a lui Bill Bruford e David Cross una delle migliori formazioni di sempre dei cangianti King Crimson.